Da Johannesburg a Cape Town attraverso la Garden Route: 10 giorni intensi tra aereo e auto nel nostro itinerario fai da te in Sudafrica.
Se state programmando un viaggio in Sudafrica tenete conto che 10 giorni effettivi sono pochini specie se il vostro programma è ambizioso e prevede grandi spostamenti e numerose attività da fare e cose da vedere. Il consiglio che posso darvi è di concentravi su una zona (tipo il Capo Occidentale) oppure aggiungere qualche giorno all’itinerario che abbiamo fatto e che vi propongo.
Il viaggio è stato organizzato completamente fai te. Non abbiamo utilizzato la guida Lonely Planet, ma abbiamo provato la Rought della Feltrinelli. Abbiamo anche acquistato una mappa cartacea del Sudafrica che alla fine non abbiamo utilizzato moltissimo servendoci del GPS del cellulare (scaricando prima la mappa). Per i pernotti ci siamo affidati a Booking (in questo articolo tutte le strutture dove abbiamo soggiornato).
Siamo stati in Sudafrica a dicembre approfittando delle festività natalizie, il clima che ci ha accolto è stato favorevole, caldo ma non eccessivo, niente affatto umido e per lo più soleggiato (portatevi una buona crema solare anche se non prevedete di andare in spiaggia, la vicinanza ai tropici e l’altitudine di alcune zone si fanno sentire).
Siete curiosi di sapere quanto abbiamo speso?
Leggete l’articolo quanto costa un viaggio in Sudafrica.
L’itinerario che abbiamo fatto non ha toccato zone in cui è presente la malaria per cui non è stato necessario vaccinarsi.
Giorno 1. Roma -> Johannesburg
Abbiamo viaggiato con Ethiopian Airlines, con scalo ad Addis Abeba. Il pomeriggio l’abbiamo trascorso nel tranquillo e borghese quartiere di Rosebank, tra le ville murate ed elettrificate, avventurandoci un po’ verso il centro (cosa che vi sconsiglio, assolutamente, di fare da soli!) in quanto la sicurezza in Sudafrica non è un aspetto da sottovalutare.
Giorno 2- Soweto -> Port Elisabeth
La mattina abbiamo visitato Soweto la township più famosa del Sudafrica, quella in cui sono iniziate le proteste degli studenti contro l’apartheid con i tour organizzati da Soweto Backpeackers che vi consiglio assolutamente di fare. Sono gestisti da ragazzi di Soweto che vi raccontano la storia della township portando anche nelle zone meno turistiche in assoluta sicurezza.
Nel pomeriggio abbiamo preso un volo low cost con Mango Airlines e siamo atterrati a Port Elisabeth dove ci attendeva la nostra auto a noleggio. Cena vista oceano a base di vino sudafricano e ottimo pesce a prezzi davvero competitivi.
Giorno 3 – Addo Elephant Park -> Knysna
L’Addo Elephant Park, situato a una sessantina di km a nord est di Port Elisabeth è meno famoso del più rinomato Kruger National Park, ma ospita anch’esso i Big Five oltre a non avere l’inconveniente della malaria. Si può visitare con la propria auto (all’ingresso vi daranno una mappa con le strade da percorrere e le varie pozze d’acqua dove è probabile avvistare gli animali e gli elefanti) oppure prenotando speciali tour sulle auto rialzate dei rangers. Noi l’abbiamo vistato con la nostra auto.
Con il termine Big Five si intendono generalmente 5 animali di grossa taglia: l’elefante, il leone, il leopardi, il rinoceronte e il bufalo.
Verso le 6 del pomeriggio abbiamo lasciato il parco in direzione Knysna dove siamo arrivati davvero tardi per via della distanza: oltre 300km. Il primo consiglio che posso darvi nel percorrere la Garden Route è di soggiornare una notte in più o a Port Elisabeth o in una cittadina tra questa cittadina e la graziosa Knysna.
Giorno 4 – Knysna -> Hermanous, lungo la Garden Route
La mattina abbiamo effettuato un giro a Knysna dove nell’inverno sudafricano potete avvistare le balene (come in tutta la costa fino a False Bay). Peccato che il nostro tour sulla Garden Route sia avvenuto in un giorno piovigginoso e grigio. Ci avventuriamo quindi per la famosa, rigogliosa e panoramica N2.
L’alternativa alla famosa N2 conosciuta come Garden Route che costeggia l’oceano da Cape Town fino a Port Elisabeth, c’è la meno conosciuta ma altrettanto interessante è l’interna Route 62 che tocca numerosi punti turistici e offre panorami superbi panorami montani.
La sosta pranzo la facciamo a Mossalbay mangiando ancora una volta pesce fresco vista oceano per poi dirigerci verso punta Agulhas, il punto più a sud del continente africano. In questo punto le acque fredde dell’Atlantico incontrano quelle più dell’oceano Indiano.
Ultima tappa Hermanus, cittadina anch’essa graziosa e facoltosa che si fregia di essere la città delle balene.
Nonostante la piena stagione turistica non siamo riusciti a trovare un ristorante con la cucina aperta dopo le 21, la riposta era sempre la stessa: Sorry too late! Quindi organizzatevi per tempo! E soprattutto non immaginatela vivace la sera come le nostre località marittime!
Giorno 5 – Hermanous, le winelands e Città del Capo
Stavolta la giornata si è presentata con il sole per cui ne abbiamo approfittato per una piccola sosta in spiaggia ad Hermanous per poi dirigersi verso Frenschhoek e i famosi vigneti sudafricani.
Qui le tenute si susseguono una all’altra e praticamente tutte offrono la degustazione in molti di esse è possibile pranzare o chiedere il cestino per un picnic tra le vigne. Scegliete quella che vi è più comoda. Oltre a Franschhoek fate un salto all’altra località rinomata: Stellebosh, la prima è secondo me più interessante e quella dove si respira di più l’area francese.
Abbiamo effettuato la degustazione presso la storica cantina Haute Cabrière. Purtroppo il ristorante era già pieno ma la degustazione di vini abbinata alle tapas è stata davvero buona (oltre che ad un più che abbordabile prezzo) e un’ottima idea per un pranzo veloce.
Nel tardo pomeriggio siamo arrivati a Cape Town dove abbiamo lasciato la nostra auto a noleggio.
Giorno 6 – Città del Capo, Robben Island e Table Mountain
La mattina abbiamo effettuato il nostro giro prenotato dall’Italia (mi raccomando muovetevi per tempo perché rischiare di non trovare i biglietti, qui il sito ufficiale dove acquistarli). Robben Island, l’isola prigione simbolo della rivolta contro l’Apartheid dove è stato imprigionato anche Nelson Mandela per un periodo (non continuativo) di circa 27 anni! Durante la visita potete vedere anche la sua piccola cella.
Di ritorno piccola sosta al Water Front di Cape Twon e poi con Uber (fondamentale per gli spostamenti scaricatevi l’app è davvero efficiente ed economico) ci siamo fatti portare alla funicolare che porta in cima a Table Mountain. Se siete allenati potete affrontare anche a piedi la scalata.
Giorno 7 – Città del Capo, Simon’s Town e False Bay
Decidiamo di visitare False Bay con il treno che la guida indicava come sicuro e molto panoramico. Mai scelta fu più sbagliata: il biglietto è sì economico (c’è l’opzione hop on hop off fra le varie città della costa) ma il treno è davvero vecchio e malandato. Noi siamo stati pure sfortunati visto che a pochi km da Cape Town si è…rotto!
Per fortuna abbiamo incontrato dei ragazzi sudafricani in vacanza con cui abbiamo condiviso un taxy fino a Simon’s Town e a Boulders Beach dove vive una nutrita e protetta colonia di simpatici pinguini (ingresso a pagamento) per poi proseguire, sempre con questi ragazzi con i Taxi Minibus, super utilizzati in tutto il Sudafrica, poco indicati per i turisti, ma decisamente un’esperienza da fare e poi con Uber fino a Cape Town. La sera abbiamo vistato il quartiere colorato di Bo-kaap, dove vive per lo più la comunità musulmana di origine malese che venne importata qui nel Settecento come schiavi. Bo-Kaap è uno dei quartieri storici di Cape Town che miracolosamente si è mantenuto intatto nella sua caratteristica: i colori sgargianti erano sinonimo di indipendenza e di libertà, quando i proprietari poterono finalmente colorare a loro piacimento i muri bianchi eretti in precedenza.
Giorno 8 – Città del Capo
Giorno dedicato al centro di Cape Town., non perdetevi il Six District Museum (non abbiamo potuto visitarlo perché chiuso) che vi racconta la storia dell’apartheid del quartiere Six District, adiacente e simile al Bo-Kaap, che venne distrutto e i suoi abitanti portati nelle township al di fuori della città.
Giorno 9 – Città del Capo – Johannersburg
Abbiamo ripreso l’aereo per Johannesburg con l’intento di vedere il centro, il famoso CDB, ma siamo arrivato in taxi e siamo andati subito via senza neanche scendere, davvero la zona non è raccomandabile. Se la volete visitare usate i bus turistici sightseeing ma davvero evitate di andarci da soli. Purtroppo Johannesburg è una città piuttosto pericolosa che è difficile visitare da soli.
Giorno 10 – Johannesburg -> Roma
E così un po’ con l’amaro in bocca per non aver capito Johannesburg, ma anche un po’ sconvolti per la sua pericolosità, (forse avremmo potuto vistare la vicina è più tranquilla Pretoria, abbiamo preso la via di casa.
Come vi dicevo con qualche giorno in più avrete l’opportunità di godervi al meglio la Garden Route (perché è davvero piena di punti panoramici, parchi e di cose da fare) e anche visitare il capo di Buona Speranza o le terre dove si coltiva il famoso Roboois.
Vi lascio il dettaglio della strada percorsa in auto da Port Elisabeth fino a Cape Town.
Di certo aver scelto di atterrare a Johannesburg ha condizionato il nostro itinerario ma ci ha permesso sia di fare un’esperienza assolutamente positiva di Soweto sia di capire l’altra faccia del Sudafrica che non è di certo solo esclusivi loodge, parchi, viste sull’oceano ma è un paese dalle grandi potenzialità con ancora tanti problemi dovuti all’apartheid, al sovraffollamento, alla povertà e alla emarginazione di gran parte della popolazione.
2 comments
Bellissimo viaggio tesoro!
Grazie cara 🙂