Una tradizione che dura da secoli e che si tramanda di generazione in generazione. Il venerdì Santo a Cagli oltre 400 confratelli scalzi, incappucciati e con indosso semplici tuniche portano il Cristo Morto tra le vie del paese in un silenzio quasi irreale.
Pensando al Venerdì Santo e alle celebrazioni pasquali il pensiero corre alla Semana Santa spagnola o alle celebrazioni del sud Italia. Nelle Marche un’atmosfera simile pensavo non ci fosse e invece mi sbagliavo!
Grazie ad un invito degli amici della community di Instagramers Pesaro Urbino, ho assistito a questa suggestiva processione e con l’occasione ho fatto anche un bel giro tra gli edifici principali di Cagli visitando il teatro Comunale, il palazzo Municipale e la Rocca.
Ma veniamo alla processione: il fulcro è la piccola chiesa di San Giuseppe dove nel pomeriggio del venerdì le due confraternite del Cristo Morto e dell‘Addolorata, partendo dal Duomo, depositano il Cristo su un baldacchino nero per l’adorazione dei fedeli.
Nella serata le 5 congregazioni della città, ognuna con una tunica di diverso colore, ripartono dalla Chiesa di San Giuseppe e si uniscono in questa silenziosa e suggestiva processione illuminata dalle fiaccole dove il ritmo al camminare silenzioso dei confratelli è dato dai tamburi.
Tra i confratelli noterete anche bambini, il ruolo si tramanda infatti da padre in figlio e può capitare che nonno, figlio e nipote, tre generazioni siano insieme in questa processione di penitenza molto sentita e davvero suggestiva.