Macerata – Palazzo Buonaccorsi arricchisce la sua già straordinaria collezione adibendo il terzo piano alle opere per lo più futuriste Maceratesi e non solo del Novecento.
Finalmente dopo mesi dalle sua apertura riesco a visitare il terzo piano di Palazzo Buonaccorsi nel cuore di Macerata. Avevo visto le foto delle opere fotografate dagli Instagramers durante #Marcheinaday e ne ero rimasta affascinata.
La visita non ha deluso le attese.
Già Palazzo Buonaccorsi, con il piano interrato adibito a Museo della Carrozza e il Piano Nobile dedicato all’arte antica con opere di livello del Crivelli e la bellissima Sala dell’Eneide, mi avevano conquistata. Con l’allestimento del terzo piano Palazzo Buonaccorsi entra a pieno titolo tra i musei di livello internazionale.
LEGGI ANCHE–> Macerata – Palazzo Buonaccorsi
La collezione di Arte Moderna racconta molto del Futurismo a Macerata. Una storia iniziata con l’Expo delle Marche nel 1905. Quello del Futurismo a Macerata ha avuto una bella storia dai mostri sacri come Ivo Pannaggi (a lui un’intera sala dedicata) e Osvaldo Licini, ad una miriade di altri autori che sebbene di provincia hanno saputo interpretare in maniera autonoma e innovativa il Futurismo.
Così troviamo una rara rappresentazione sacra in chiave futurista, elementi del paesaggio e della vita marchigiana letti in diverse chiavi via via più astratte.
L’esposizione inizia con la sala dedicata a Gualtiero Baynes, con due splendidi ritratti (notate come la tecnica sia a macchie e non ci sia l’utilizzo del tratto) e una serie di finissime tavolette (a me sono piaciute quelle in fondo a tema ortofrutticolo).
Poco più avanti una commovente scena di campagna. Avete presente i famosissimi mangiatori di patate di Van Gogh? Qui nella versione marchigiana la polenta sulla spianatoia prende il posto delle patate, in un racconto intimo e sincero della vita umile contadina marchigiana, ma molto familiare e serena, di fine Ottocento.
Il quadro che però mi ha colpita maggiormente uno splendido trittico dedicato alla paesaggio marchigiano, in particolare a Monte Lupone. Chi ama le Marche non può non amare quest’opera di Pellini.
Ora raccontarvi tutte le opere esposte è davvero lungo, e poi non posso mica spoileravi tutta la visita!
Vi anticipo solo alcune piccole chicche: il mito della moto (ossessione per i norvegesi, che Pannaggi conobbe bene), gatti sui tetti che sembrano uscire dalla tela o forse inglobare in essa lo spettatore, artisti futuristi cinesi, astrattismo, sculture.
Un ultimo consiglio per comprendere al meglio il Novecento, maceratese e non, abbinate la visita al poco distante Palazzo Ricci (sperando sia aperto, magari fate una telefonata 073326 14 87).