Piccole pagnotte di pane, benedette, solitamente attaccate tra loro in gruppi di mezze dozzine. Anche nelle Marche è molto diffusa il 17 gennaio la tradizione di prendere il pane benedetto di Sant’Antonio, o di preparare l’impasto e farlo benedire, per mangiarlo e per darlo anche agli animali.
Nelle campagne il 17 gennaio era tradizione chiedere la benedizione delle stalle e venivano offerti panini alla popolazione. In onore di Sant’Antonio, protettore degli animali, sono ancora molte le parrocchie marchigiane, sopratutto dei paesi più piccoli e di campagna, che celebrano la benedizione degli animali, per cui non è infrequente vedere cani, gatti, ma anche galline, caprette, maiali cavalli, ritrovarsi con i loro padroni per ricevere la benedizione.
La tradizione del pane coinvolge anche il Sant’Antonio di Padova: una leggenda narra che per cui poco dopo la sua morte una donna che aveva lasciato il suo neonato incustodito di fianco ad una bacinella d’acqua lo ritrovò morto annegato. Disperata, dichiarò che avrebbe dato ai poveri tanto pane quanto pesava il bambino per riaverlo in vita e così avvenne il miracolo. Si sviluppò in seguito la prassi di chiedere indulgenze e grazie offrendo tanto pane quanto il peso della prole.
La notte di Sant’Antonio leggenda vuole che la distanza tra mondo umano e mondo animale venga annullata e gli animali possano parlare. Ma in fondo chi ha a casa un cane o un gatto non ha bisogno di questa notte per parlare con loro, vero?
3 comments
Faccio notare che quello festeggiato il 17 gennaio è Sant’Antonio abate, quello che nei santini appare con il maiale, protettore degli animali domestici, Sant’Antonio da Padova (anche se in realtà era portoghese) è il protettore delle donne in gravidanza. Il pane benedetto del 17 gennaio è un modo per portare la benedizione anche agli animali che non si potevano portare in chiesa, non a caso è detto pane delle bestie.
Hai ragione meglio specificare bene i due santi che hanno comunque a fare con il pane 🙂 grazie della segnalazione.
Prego!