Una mezz’oretta a piedi dal centro di Bruxelles e ci si ritrova nel cuore pulsante dell’Unione: il quartiere europeo. Qui si respira un’atmosfera internazionale e qualcosa di più di politica e procedure e burocrazia a cui a volte associamo l’Unione Europea. Ecco cosa potete visitare, tutto gratuitamente, in questa zona.
Ero stata a Bruxelles lo scorso agosto in un mini itinerario del Belgio, trascorrendo a Bruxelles solo due giornate e non avendo il tempo di visitare il quartiere europeo. Pochi mesi dopo, a fine aprile, ho avuto la fortuna di vivere un’esperienza intensa e bellissima: la visita alle principali istituzioni europee grazie all’invito dell’Europarlamentare marchigiano Matteo Ricci. Un’occasione che mi ha permesso non solo di scoprire luoghi e dinamiche che troppo spesso ci sembrano distanti, ma soprattutto di capire quanto le Marche, per quanto sia una regione piccola e lontana, possa realmente contare in Europa.
Forse non tutti sanno che ogni parlamentare europeo ha la possibilità, una volta all’anno, di invitare fino a 100 cittadini del proprio territorio a visitare le istituzioni europee a Bruxelles.
Si tratta di un’iniziativa pensata per avvicinare i cittadini all’Unione Europea, offrendo l’occasione di conoscere da vicino il funzionamento del Parlamento, delle sue strutture e degli organi che ogni giorno prendono decisioni che incidono sulla nostra vita quotidiana.
Un modo concreto per rendere l’Europa più accessibile e comprensibile, soprattutto per chi la percepisce come qualcosa di distante.
Una storia lunga cinque piani: House of European History
La giornata è iniziata con la visita alla Casa della Storia Europea, un museo davvero vasto, interattivo e coinvolgente, disposto su cinque piani. Un viaggio che inizia dal mito di Europa e arriva ai giorni nostri, passando per le due guerre mondiali, la nascita dell’Unione e le grandi trasformazioni del continente. Ogni piano racconta una tappa della nostra storia comune, ogni oggetto una memoria ma anche una curiosità da condividere. La visita si svolge grazie al supporto di un tablet che si geolocalizza in base alla zona in cui si trova il visitatore disponibile in ognuna delle 24 lingue dell’Unione Europa e quindi anche in italiano. L’ingresso è gratuito, è necessaria solo la prenotazione.
Dentro al Parlamento Europeo
Poi il Parlamento. Quel luogo che, visto da dentro, fa tutt’altro effetto rispetto alle immagini in tv. Ho avuto la possibilità di visitare l’emiciclo della plenaria e comprendere come funzionano votazioni, decisioni e composizioni politiche, di scoprire come avvengono le traduzioni e come è composto il parlamento e le sue funzioni. Tutte le attività del parlamento sono disponibili on line e anche le plenarie possono essere seguite in diretta streaming.
Una curiosità interessante: 12 volte l’anno, la plenaria del Parlamento Europeo si svolge non a Bruxelles, ma a Strasburgo, in Francia.
Questo significa che, una volta al mese, tutti i parlamentari europei e il loro staff si trasferiscono temporaneamente nella città alsaziana per partecipare alle sedute.Questo spostamento è previsto dai Trattati europei ed è frutto di un compromesso storico tra Francia e Belgio, che risale alla nascita dell’Unione. L’obiettivo era distribuire simbolicamente le sedi delle principali istituzioni tra diversi Paesi membri.
Anche se oggi questo trasferimento mensile è oggetto di dibattito, rappresenta ancora un importante simbolo dell’unità e del bilanciamento tra le nazioni europee.
La visita al Parlamento è gratuita e può essere prenotata qui. Non solo potete visitare il parlamento ma potete prenotarvi anche per assistere di persona ad una delle sedute plenarie.
Le Marche in Europa: il Comitato delle Regioni e delle Città
La tappa forse più sorprendente è stata la visita al Comitato delle Regioni e delle Città. Lo confesso: non ne conoscevo l’esistenza. Eppure è proprio qui che anche realtà come la Regione Marche, i comuni, i territori, possono farsi sentire. Un organo che permette a sindaci, consiglieri e rappresentanti locali di portare a Bruxelles le esigenze e le visioni del nostro tessuto sociale e produttivo
I membri del COR non sono eletti direttamente dai cittadini, ma vengono nominati in base al loro ruolo istituzionale nei territori.e la loro funzione è quella di portare le istanze locali dei propri territori ai parlamentari di riferimento e quindi al Parlamento. Se pensate che il vostro territorio non abbia troppa voce in capitolo cercate da questa lista il vostro referente!
Un grazie speciale va a due marchigiani doc che ci hanno accolto con passione e competenza: Monica Tiberi e Gianluca Spinaci. Vivono e lavorano a Bruxelles e ci hanno accompagnato con entusiasmo alla scoperta di questo fondamentale strumento di rappresentanza rispondendo minuziosamente alle nostre domande relative alle problematiche delle Marche affrontate in Europa.
Attorno ai vari edifici del quartiere europeo ci sono poi parchi e giardini per rendere la vostra visita ancora più piacevole. Se doveste aver voglia di un buon espresso dal gusto e dal costo italiano vi lascio questa dritta: di fronte al parlamento alla fine di Luxembourg Square, girate a destra per Rue D’Arlon, poco distante vi aspetta il Caffè italiano: stra-consigliato!
Altiero Spinelli all’ingresso
E tra tutte le emozioni, una mi è rimasta dentro più delle altre: leggere il nome di Altiero Spinelli all’ingresso dell’edificio del Parlamento europeo. Un italiano, un visionario, uno dei padri fondatori dell’Unione che nel suo esilio di Ventotene scrisse quello che fu il manifesto fondante l’Unione Europea.
Ringrazio di cuore l’onorevole Matteo Ricci, non solo per l’invito, ma per la visione lungimirante: aprire le porte delle istituzioni europee a chi racconta i territori, per creare un ponte concreto tra comunicazione e cittadinanza attiva. La sua disponibilità è andata ben oltre il programma ufficiale e l’invito: si è fermato a cena con tutta la delegazione marchigiana, regalando a tutti noi un momento informale ma ricchissimo, fatto di confronto autentico, riflessioni sul futuro dell’Europa e soprattutto sulle sfide e le potenzialità delle Marche. Una chiacchierata sincera, che ci ha fatto sentire ascoltati e parte di un progetto più grande.
Insieme a me c’erano anche Vissia Lucarelli, autrice del blog Marche For Kidss, Luca Tombesi autore del blog I racconti dello Stomaco e Thomas Ciaffoni, content strategist: un piccolo gruppo di content creator marchigiani chiamati a scoprire, e poi raccontare, cosa l’Europa può fare per le Marche. Ma soprattutto cosa le Marche possono fare per l’Europa.
L’Europa, dopo questa esperienza, non è più un’entità così distante. È un posto dove anche le Marche hanno un posto, una voce, una missione. Ed è bello sapere che questa voce può partire anche da un racconto social o da un articolo del mio piccolo blog.