L’antica Istituzione degli Uomini di Nidastore

by Racconti di Marche
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Nidastore, uno dei nove castelli di Arcevia, quello più nord a confine con la provincia di Pesato  Urbino, custodisce, oltre all’affascinante origine del nome: dove volano gli astori, uccelli rapaci, anche una storica realtà, l’antica istituzione degli Uomini di Nidastore che affonda le sue radici nel XV secolo.

A raccontarmi questa storia Gabrio Goffi un rappresentante dell’Istituzione.  Secondo la tradizione, nel 1431, gli abitanti di Nidastore si ribellarono al conte Raniero di Taddeo, nipote del vescovo di Fossombrone, che esercitava lo “ius primae noctis” sulle giovani spose del castello. Guidati da Cecco di Tocco, i nidastoresi uccisero il conte, ponendo fine ai suoi soprusi. In seguito, il vescovo, pur condannando l’omicidio, riconobbe agli abitanti la proprietà dei beni del conte, sia come risarcimento per le offese subite, sia perché alcuni giovani del paese erano figli illegittimi del conte stesso.

Gabrio Goffi, rappresentante delIstituzione Uomini di Nidastore

Questo patrimonio, costituito da circa 80 ettari di terreno, due casolari e alcuni palazzi nel paese, venne amministrato collettivamente dagli abitanti attraverso l’Istituzione degli Uomini di Nidastore, una comunanza agraria istituita intorno al 1400. Grazie ai proventi derivanti da queste proprietà, la comunità ha potuto realizzare importanti opere pubbliche, tra cui l’acquedotto, le fognature, l’elettrificazione (tra le prime in Italia), la scuola elementare e materna e l’ambulatorio medico. Per statuto, metà degli utili doveva essere destinata a opere di pubblica utilità, una ventesima parte ai poveri, una decima alla scuola materna e il resto ai nidastoresi. Ancora oggi, dopo seicento anni, l’Istituzione degli Uomini di Nidastore è attiva e continua a contribuire al benessere della comunità. L’istituzione ha la sua sede a Nidastore dove si riunisce e delibera tutt’oggi.

Passeggiando per le vie di Nidastore, si possono ammirare la cinta muraria risalente al Quattrocento, utilizzata come base per molte abitazioni, e la Chiesa di San Sebastiano, ricostruita nell’Ottocento. Fuori dalle mura, la Chiesa di Sant’Anna, recentemente restaurata, rappresenta un esempio dell’arte medievale di Arcevia. Si può inoltre visitare la casa natale di Eminenza Emilio Sgreccia, uno padri fondatori della bioetica. L’edificio conserva ancora i suoi cimili, i suoi libri, foto e anche la macchina da scrivere.

Dal min 8:11 il racconto di Nidastore

E per il ristoro vi aspetta, proprio nella piazzetta principale, l‘Osteria Nido dell’Astore e per dormire la Casa vacanza Nidastore.

Gli articoli del blog dedicati ad Arcevia:

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