Esistono luoghi speciali, che ti catturano, ti affascinano, ti rimettono in pace con il mondo ridandoti il senso del tempo e dello spazio. I Sibillini sono molto di più di una catena montuosa, sono il punto di riferimento visivo a sud dei marchigiani.
Li vedi, anche se sei sulla costa, d’inverno con le loro cime bianche, d’estate così netti, azzurri che quasi ti sembra di toccarli. Così capita che quando ti avvicini ti accolgono e ti danno il benvenuto come se fossi a casa, come se aspettassero solo te. Come se, anche se marchigiano tu non sei, questo fosse il posto che sempre avevi cercato. Un luogo selvaggio, così bello da mozzare il fiato che non ti capaciti come tu non l’abbia scoperto prima: la sua natura, le sue colline che dolcemente conducono al mare, quel mare che anche se stavolta sei in montagna puoi vedere e arrivare con lo sguardo all’altro monte riferimento dei marchigiani: il Conero. Ma conoscendo la storia dei Sibillini scopri che queste montagne hanno da secoli sedotto il mondo. Lo hanno fatto con Leopardi che dalla sua Recanati guardava quei monti azzurri sognando una vita diversa, con Antoine de la Sale francese che si avventurò su queste montagne alla ricerca del mito della Sibilla. Guerrino de Il Guerin Meschino proprio qui venne a ritrovare le sue origini. Ma la fama dei Sibillini va ancora più indietro nel tempo. Leggenda vuole che il corpo di Pilato fosse stato trasportato, trainato da buoi proprio sul Vettore e sui laghi glaciali venne gettato. Questi sono oggi i laghi di Pilato.
Ma il mito della Sibilla, che sull’omonimo monte aveva la sua grotta ora crollata, mantiene intatto il suo fascino e il suo un mistero che ancora aspetta di essere svelato.
Senza una strada di accesso, eppure un via vai di gente sin dai tempi dei romani si avventurarono su queste montagne in cerca di un consulto, di negromanti o chissà cos’altro.
Un richiamo che continua ancora oggi, dato che i borghi dei sibillini sono diventati la casa adottiva di milanesi, bergamaschi, inglesi, australiani, altoatesini, israeliani, che hanno deciso di vivere qui e di far conoscere ad altri la magia di questi luoghi.

La Vetta della Sibilla con la sua inconfondibile corona rocciosa. Foto meravigliosa del mio amico Nicola Pezzotta.
La loro accoglienza in mix con quella locale ha dato vita ad una splendida associazione Sibillini Segreti e Sapori un vero esempio di rete – funzionante! – del territorio. Una squadra che ama follemente questi luoghi, glielo leggi dagli occhi e quando, con emozione ti raccontano perché hanno scelto cambiare vita e vivere ad Amandola, Smerillo o Monte San Martino solo per citare alcuni borghi.
Dalla loro passione è nato il blog tour #sibillinisegreti e questo è il primo racconto della splendida avventura che è stata. Gli altri li troverete qui.