Ho una lista lunga di articoli da scrivere sui Sibillini. Sono stata tre giorni ad ottobre ospite di persone che sui monti ci vivono ed hanno scelto, nonostante le fatiche, nonostante i terremoti di abitarci, perché la bellezza di quei luoghi è più forte di tutto.
Devo raccontarvi del Fargno, il rifugio a oltre 1800 mt di altezza e della incredibile strada per arrivarci. Della bellezza della piana di Castelluccio in autunno (e di quanto sono buone le lenticchie), della piccola casina ai piedi di Montemonaco dove dei soldati inglesi durante la guerra trovarono rifugio dopo essere scappati dal campo di Sforzacosta e ben presto furono accolti e protetti dagli abitanti del luogo. Uno di questi era il nonno di Nadia che insieme alla sua famiglia gestisce un delizioso agriturismo, Le Castellare con un grande e accogliente camino che ti fa sentire subito a casa.
Di quanto Enrico e Gianluigi siamo persone deliziose, umili e con un grandissima forza, oltre a gestire uno dei ristoranti che più amo: il Tiglio sempre a Montemonaco. Di dove nasce il fiume Nera, e di Visso, dove ciauscolo e pecorino sono di casa e sono davvero squisiti, delle grotte dove Giorgio Calabrò fa stagionare e affumicare i suoi salumi.
Di Emilia e Giuseppe, del loro BB il Borgo e di come siano premurosi con i loro ospiti. Di come si mangi bene, e abbondante, al ristorante Monte Bove di Ussita.
Dei fantastici formaggi di Scolastici, e del luogo tra i monti dove hanno scelto di portare avanti l’azienda di famiglia, di Patrizia e della sua incredibile forza.
Ma soprattutto della gratitudine che ho letto negli occhi di chi mi ha accolto, della loro tenacia, della loro voglia di normalità. Del loro desiderio di essere semplicemente ascoltati e di non essere dimenticati. Della necessità di tornare a parlare della loro terra, di quanto è bella e generosa e non solo di quanto trema.
Poi mercoledì 26 ottobre un altro terremoto, stavolta nel maceratese.
La prima preoccupazione è stata accertarsi che tutti stessero bene, e per fortuna è così, anche se a Visso e a Ussita la situazione non è certo facile. La seconda premura è stata rassicurarli che io e i miei amici blogger ed instagramers non li avremmo lasciati soli. Non l’abbiamo fatto prima e non lo faremo certamente ora.
Per me i Sibillini non sono una destinazione, sono una casa. Le strutture ricettive non sono posti letto, ma persone che ti accolgono in famiglia. I produttori non sono aziende che creano PIL, ma imprenditori caparbi che portano avanti la tradizione innovandola e tengono vivi i borghi.
Coloro a cui racconto questi luoghi non sono “presenze” o numeri da calcolare a fine anno ma sono i miei lettori, siete voi, la mia risorsa più preziosa.
Le persone che in questi anni ho conosciuto sono amici e se hanno bisogno di me, non ci sarà strategia di marketing e di posizionamento web che mi potrà tenere lontano da loro e dai miei amati Sibillini e che mi impedirà di raccontarli, con passione e intelligenza, come ho sempre fatto.
Come ieri anche oggi pronta per #RIPARTIdaiSibillini.
2 comments
Sono d’accordissimo con te: sono stata a Visso, Ussita, al Fargno e zone circostanti solo tre giorni durante una vacanza itinerante nel 2011, ma i paesaggi e gli abitanti dei Sibiliini mi sono rimasti nel cuore.
Ecco perché questo Natale abbiamo scelto di fare regali che potessero nel loro piccolo sostenere quelle zone e chi con coraggio ci lavora, anche grazie al tuo post sugli acquisti solidali.
Non vediamo l’ora di tornare in viaggio. W le Marche!!
Mi fa davvero piacere che il mio post ti sia stato utile, e di sicuri saranno regali graditissimi 🙂