Maestosa ma al tempo stesso delicata ed elegante: la chiesa principale della città di Filottrano si trova al di fuori delle mura lungo la statale provinciale che attraversa la città e che collega Jesi a Macerata.
La Pieve di Filottrano è stata riedificata nel 1679 (sul lato del campanile che dà sulla strada è possibile vedere un mattone recante la data) sulla chiesetta gotica del trecento divenuta troppo piccola e pericolante, l’edificio attuale presenta un’unica navata che nella metà si allarga ad ellisse donando un senso di grandezza e spaziosità all’interno.
Decorata finemente in stile barocco presenta interessanti stucchi e numerose tele. L’altare maggiore ospita una Madonna Assisa al cielo sorretta da soffici e candide nuvole bianche insieme a Gesù Bambino e i santi Pietro, Lucia, e, probabilmente, Caterina d’Alessandria. Il primo altare di sinistra invece presenta una pregevole affresco del XV secolo, derivante dalla precedente costruzione, raffigurante, in un ovale, la Madonna che allatta il bambino. L’affresco è contenuto in una colonna da cui il nome dell’opera: “Madonna della Colonna”.
Il secondo altare di sinistra ospita il Dipinto della Madonna di Loreto, che raffigura la il momento in cui gli angeli trasportarono in volo la casetta di Gesù. La tela venne commissionata dai nobili del paese per ringraziare la Madonna dello scampato pericolo del terremoto verificatosi all’inizio del 1703. Nella sagrestia è possibile notare altre interessanti opere tra cui un’efferata Decollazione di S. Giovanni Battista, e un delicata e suggestiva Natività.In fondo alla chiesa si trovano alcune lapidi di illustri filottranesi tra cui l’esploratore Giacomo Costantino Beltrami, lo scopritore del sorgenti del Missisipi.
La chiesa è dedicata a Santa Maria Assunta ed ospita la Prepositura, dai cittadini è conosciuta come la Pieve e rappresenta la principale chiesa, per dimensioni e funzioni della città. La casa sul lato destro della chiesa è quella del prevosto.
Fonti: Filottrano, Guida storico artistica, Mario Filippi, 2001.
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