La botte dei Varano e il collettore romano di Serravalle

by Racconti di Marche
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SERRAVALLE DEL CHIENTI – A confine con l’Umbria sono presenti ben tre collettori di confluenza delle acque di bonifica dell’Altopiano Plestino di epoche diverse: dai romani ai giorni nostri passando per l’epoca Cinquecentesca dei Varano. Un incredibile viaggio sotterraneo nella storia e nell’ingegneria idraulica.

La più famosa è la Botte dei Varano. Fatta costruire tra il 1548 e il 1564 da Giulio Cesare da Varano. Un cunicolo di circa due km, di cui circa 500 percorribili, con una volta in laterizio che via via va restringendosi. La botte aveva la funzione di confluire le acque dell’altipiano di Plestino (che comprende anche la Piana di Colfiorito) verso il fiume Chienti.

L’ingresso alla Botte dei Varano

Botte dei Varano – L’interno.

La maestosa opera dei Varano venne realizzata da ingegneri idraulici fiorentini con lo scopo di bonificare l’adiacente altopiano di Colfiorito ed è stata in funzione fino al terremoto del 1996 che la danneggiò irreparabilmente e che proprio a Serravalle ebbe il suo epicentro.

Nel 1997 iniziarono i lavori per la costruzione di un nuovo collettore da realizzare parallelamente alla botte dei Varano e qui la scoperta, eccezionale, di un precedente collettore di origine romana.

Il collettore Romano.

Non è chiaro se all’epoca dei Varano fosse nota la presenza dell’antico collettore fatto sta che la sua scoperta ha permesso di portare alla luce una delle opere idrauliche più ingegnose e imponenti dell’epoca romana. Il collettore venne realizzato in epoca Augustea e rimase operativo almeno fino agli inizi del VII sec. d.C quando probabilmente un evento sismico ne rovinò l’assetto e la funzionalità.

Il collettore romano di Serravalle è lungo circa un chilometro ha un andamento a “S” probabilmente per facilitare l’incontro dei due scavi a cima e a monte effettuati per la sua costruzione. Realizzato con blocchi di travertino spugnoso ha un’altezza di circa 2,60 metro per una larghezza di 0,85 metri e mantiene una pendenza uniforme del 0,2% in tutto il suo percorso.

L’ingresso del collettore è molto suggestivo: una sorta di porta con mura di sostegno che si apre nel terreno. (Foto di copertina).

Il collettore attuale

Realizzato nel 1997 il collettore attuale ha il compito di scaricate e far confluire  le acque dell’altopiano nel fiume Chienti. Sebbene realizzato in cemento ha comunque il suo fascino: sia per l’impetuosità delle acque sia per la presenza di una nutrita colonia di pipistrelli, sia, soprattutto, per la possibilità di ammirare una parte dell’antico collettore romano.

Il collettore moderno

Parte del collettore romano e la colonia dei pipistrelli

Vistare la Botte dei Varano

Per visitare i tre collettori vi consiglio di chiamare il MU.PA il Museo Paleontologico Archeologico di Serravalle (così ne potete approfittare anche per visitare questo museo con reperti davvero interessanti, tipo lo scheletro di un ippopotamo, Eh si la piana di Colfiorito era abitata da ippopotami!, e  prenotare la vostra visita guidata.

FB:  facebook.com/museoMUPA

T. 3396372705 – 3299785199

 

 

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