Il Museo di arte e civiltà Contadina di Fabriano: storie vere di mezzadri

by Racconti di Marche
0 comment

Quando sono stata invitata a visitare il Museo di arte e civiltà contadina di Fabriano, lo ammetto, mi aspettavo qualcosa di già visto. Avendo visitato altri musei simili dedicati alla civiltà rurale sia nelle Marche sia in altre regioni, pensavo di trovarmi di fronte alla classica esposizione di attrezzi agricoli e oggetti del passato. E invece no. Questa visita si è rivelata un’esperienza profondamente diversa, intima, autentica. Di quelle che ti restano dentro e che vi consiglio di fare.

Il museo, nato dalla passione di Ignazio Marcaccini e Elide Campanelli, genitori di Antonella, l’attuale proprietaria, non è solo una raccolta di oggetti antichi: è un vero e proprio racconto di vita, un frammento di memoria collettiva che rivive attraverso le stanze di una antica casa colonica. 

Un museo nato dall’amore per la memoria

Il cuore di questo luogo sta tutto nella storia familiare che lo ha generato. Ignazio ed Elide,  spinti dal desiderio di conservare le tracce di un mondo che stava scomparendo e dalla passione per l’antiquariato, hanno raccolto con pazienza e dedizione oggetti, strumenti, mobili e ricordi della vita contadina nelle Marche. Oggi è Antonella a portare avanti questo progetto, e lo fa con una passione e una semplicità che conquistano.

Ogni oggetto esposto – dai ferri da stiro alle madie, dagli aratri agli indumenti – è accompagnato da un racconto personale, da un aneddoto, da un ricordo. Non si tratta solo di guardare: si ascolta e si viene catapultati in un modo che sembra essere scomparso.

Non il solito museo: un luogo che ti parla e racconta un epoca no troppo lontana

Quello che colpisce appena si entra è l’atmosfera. Non si ha infatti l’impressione di essere in un museo, ma in una casa ancora vissuta, dove tutto è rimasto al suo posto. Le stanze sono arredate come se la famiglia fosse appena uscita: la cucina con la stufa economica, il girello del bimbo, la camera con i letti in ferro battuto, la stanza del telaio con i fili ancora tesi, la stanza con il piano rialzato dedicato ai bambini più piccoli. 

Antonella accompagna i visitatori con un tono diretto, caldo, coinvolgente e veritiero. Il suo modo di raccontare è quello di chi ha vissuto, ascoltato e custodito, anche perché molto degli oggetti sono appartenuti proprio alla sua famiglia. Ed è proprio questo a fare la differenza: si parla di vite vere, di mezzadri, contadini, donne di casa, ma anche di artigiani, sono infatti presente stanze dedicate ai diversi mestieri, dal fabbro al ciabattino. 

Gli oggetti più curiosi e sorprendenti

Tra i tanti oggetti esposti, alcuni catturano immediatamente l’attenzione per la loro originalità e valore storico. Un esempio? Le bottiglie in vetro con la pallina all’interno, usate per conservare le bibite gassate: un ingegnoso sistema per evitare che la schiuma fuoriuscisse, molto usato fino alla metà del Novecento.

C’è poi un elenco telefonico degli anni Trenta, un oggetto che oggi sembra uscito da un film in bianco e nero, ma che testimonia come anche nelle campagne l’arrivo della tecnologia venisse accolto con curiosità, un piccolo libro che comprendeva i numeri di telefono delle Marche e dell’Umbria.

E ancora, una sezione dedicata alla scuola del passato, con i quaderni e i libri originali di Elida, la mamma di Antonella, risalenti agli anni Trenta e anche la sua cartella originale. 

Molto toccanti anche gli ex voto, no tanto quelli preziosi in argento, ma per lo pià quelli semplici, naif, dove le persone più umili disegnavano in maniera semplice la grazia ricevuta.

Da non perdere la sezione dedicata alle carrozze e ai mezzi di locomozione, sì perché il museo racconta la vita dei contadini ma anche dei padroni (ce’è anche un slitta! perché in montagna,  a quei tempi la neve cadeva e pure abbondante! 

Un bellissimo biroccio

Ospitalità contadina: la struttura ricettiva La Ginestra 

Accanto al museo, la struttura ricettiva fattoria La Ginestra  completa l’esperienza. Non è un semplice alloggio, ma un’estensione coerente dell’anima del luogo. Dormire qui significa immergersi completamente nella cultura contadina, godersi la tranquillità della campagna fabrianese e respirare un’aria di altri tempi 

Gli ospiti vengono accolti con la stessa cura con cui viene raccontata la memoria del museo: con rispetto, calore e attenzione.

Come arrivare al Museo di arte e civiltà contadina di Fabriano

Il Museo  si trova nelle campagne di Fabriano, in una zona tranquilla e panoramica, lontana dal traffico e immersa nel verde. La struttura è raggiungibile in auto, percorrendo una breve strada di campagna ben segnalata. La posizione regala una vista meravigliosa sulle colline marchigiane, perfetta per chi desidera prendersi una pausa dalla frenesia e riscoprire il ritmo lento e autentico della vita rurale.

Per chi arriva da Fabriano centro, bastano pochi minuti di auto. Vi consiglio di contattare Antonella per ricevere le indicazioni più precise e per organizzare al meglio la visita.

Per informazioni, prenotazioni e contatti:
museocontadinofabriano.com |  antonella.marcaccini@gmail.comì
via Serraloggia, 203
60044 Fabriano (AN)
tel. 338 600 39 73 | tel. 338 932 29 97 |

Il museo è visitabile su prenotazione.

 

0 comment

Ti potrebbe interessare anche

Leave a Comment

* By using this form you agree with the storage and handling of your data by this website.

Noi e terze parti selezionate utilizziamo cookie o tecnologie simili per finalità tecniche e, con il tuo consenso, anche per altre finalità come specificato nella cookie policy.Puoi acconsentire all’utilizzo di tali tecnologie utilizzando il pulsante “Accetta”, interagendo con un link o un pulsante al di fuori di questa informativa o continuando a navigare in altro modo. Accetta Leggi di più

Privacy & Cookies Policy